Nobile prelato palermitano, eletto vescovo di Agrigento nel 1627. Ha favorito lo sviluppo del Seminario nella cultura e nella pietà; ha moltiplicato le opere di pubblica beneficenza e fronteggiato i disagi della città di Agrigento, invasa dalla peste e dalla carestia. Ha celebrato il Sinodo nel 1630, stampato in Palermo nel 1632 da Decio Cyrillo.
Durante il Suo vescovado il Seminario vivrà un periodo di rigoglio spirituale e civile. Fonda nuove Cattedre, dando agli studi un metodo e una nuova direzione, che accogliesse ed educasse cristianamente sia figli del popolo che del patriziato. Si ampliano le fabbriche del Seminario, edificando un secondo atrio ed iniziando il terzo. Dota di rendite e benefici la biblioteca del Seminario, oggi biblioteca diocesana, per ampliarne il patrimonio librario.
In Cattedrale ha finanziato diverse opere; un nuovo coro era già completato nel 1645, dopo che un incendio aveva distrutto il precedente; ha edificato una nuova cappella di San Gerlando e commissionato l’Urna argentea, per le spoglie del santo, realizzata nel 1635 ad Michele Ricca, eseguita con la collaborazione di Giancola Viviano e Michele Ferruccio.
In questi anni viene ristuccata, la cappella del Purgatorio, dove era stata eretta dal Capitolo la Compagnia delle Anime del Purgatorio, il 17 agosto 1625.
Commissiona il dipinto raffigurante San Francesco d’Assisi benedicente, opera destinata alla cappella della Cattedrale intitolata alla Natività e a san Giuseppe, quando la medesima riceve anche l’invocazione a San Francesco serafico, santo protettore del vescovo Trahina.
In questi anni grazie la Cattedrale entra in dialogo con grandi artisti marmorari italiani, protagonisti della scultura della Tardo-Maniera e Proto-barocca, commissiondo nel 1634, allo scultore marmoraio milanese Giovanni Giacomo Cirasola una balaustra per la cappella del SS. Sacramento, realizzata in pregiati marmi mischi di Alcamo (oggi perduta); nel 1637 ha commissionato la decorazione dell’ingresso della cappella di san Gerlando, per accogliere l’imponente urna argentea. Sono stati realizzati dal medesimo scultore i monumenti funebri del vescovo Trahina del cardinale Ottavio Ridolfi (1623-1624).