La comunità ecclesiale di Aragona è stata costituita dai Principi Naselli come custode di un corpus di reliquie, tra le quali due brandelli della Sacra Sindone. Uno sfarzoso pendente-reliquiario accoglie oggi la rara reliquia, custodita entro un urna argentea datata 1684, realizzata dall’argentiere palermitano Giacinto Omodei e commissionata dal principe Baldassarre Naselli IV. La reliquia oggi è conservata presso la Chiesa parrocchiale della Madonna del Rosario, entro i cui territori si trova la soppressa chiesa del Purgatorio, prima depositaria delle sacre reliquie, secondo le disposizione testamentarie della famiglia Naselli, molto legata al culto delle Anime Sante del Purgatorio.
Trattandosi di reliquie che afferiscono alla devozione e al culto, alla Chiesa è stato affidato il compito di regolamentarne la Venerazione e la pubblica devozione, per la quale il vescovo di Agrigento Francesco Maria Rhini (1676–1696) autorizzava la Chiesa Madre di Aragona all’esposizione in pubblico e alla processione il 3 Maggio di ogni anno.
Questo reliquiario-gioiello è opera di maestranze siciliane dell’inizio del XVII secolo, e si ispira a modelli circolanti nell’area mediterranea di influenza spagnola. È composta da una teca in cristallo di rocca, circondata da un fregio con smalti ad alveoli policromi e sostenuta da tre catenelle.
La piccola teca ad urna in argento ripropone in scala lo stile delle grandi urne barocche: resa a giorno, con quattro angoli decorati a volute e motivi fitomorfi, il coperchio piramidale sormontato dall’Ecce Homo a tutto tondo. La tipologia, molto diffusa nel XVII secolo in ambito palermitano, si richiama alla prima cassa reliquiario di Sant’Angelo di Licata, oggi custodita nel santuario omonimo, datata 1622-23 di Lucio de Anizi, e quella di Santa Rosalia di scuola palermitana, realizzata nel 1625, oggi conservata nella Cattedrale di Palermo.