Il Mudia_ Museo Diocesano di Agrigento ha sede presso il Palazzo Arcivescovile, uno storico Palazzo ampliato nella seconda metà del XVIII secolo, per volontà del vescovo Andrea Lucchesi Palli, dalle splendide forme neoclassiche.
La collezione consente di conoscere la storia della Diocesi di Agrigento dal X secolo XIX secolo. Diciassette collezioni offrono due tipologie di itinerari: uno storico-artistico e uno liturgico-pastorale.
Il percorso storico-artistico permette di costruire la storia della Cattedrale, dal suo fasto arabo-normanno, all’avvento della cultura targo-gotico; dagli ampliamenti rinascimentali ai rimaneggiamenti barocchi, ed infine il recupero delle antiche vestigia medievali rivenute nel primo trentennio del secolo scorso.
La testimonianza medievale più antica è l’epigrafe araba del 979 d.C, rinvenuta nell’isola di Linosa, nei pressi del monte Bandiera. Esposta all’ingresso del Museo indica la missione pastorale della chiesa di Agrigento aperta al dialogo interculturale.
Nove tavole monumentali, con scene dell’antico testamento e figure letterarie, provenienti dal soffitto della Cattedrale, costituiscono la Sala del Cinquecento. Attraverso un percorso ideale si è introdotti nella sala dedicata a san Gerlando, che narra, attraverso le suppellettili e gli ex-voto la figura, la missione e la devozione legate al santo patrono.
Alla figura del santo patrono sono legate santa Vittoria, compatrona della diocesi, e santa Rosalia, una delle sante più amate dai siciliani. Due reliquiari di pregeveole fattura sono custoditi nella saletta attigua.
L’articolarsi del percorso espositivo conduce al nucleo più antico della Collezione, la Sala dei materiali lapidei. L’esemplare più antico è il piccolo elefantino in marmo, frammento della prima Cattedra episcopale della Cattedrale normanna. Di particolare pregio anche l’Agnus Dei, l’Agnello vittorioso, simbolo cristologico per eccellenza, di manifattura gerosolimitana, un tempo parte decorativa del pluteo medievale della Cattedrale.
L’antica sala del trono del Palazzo accoglie una rara collezione di arti decorative e liturgiche medievali della Cattedrale, prodotti, tra la fine del XII e gli inizi del XIII secolo. Le opere, prodotte da maestranze itineranti, sono legate sia ai Regni Latini d’Outremer, dopo la presa di Gerusalemme, sia ai laboratori limosini. Un interessante testimonianza, di questo transfert culturale tra Oriente ed Occidente è l’altarolo dei Crociati, una piccola mensa mobile utilizzata per celebrare la messa al di fuori dei luoghi di culto. Si unisce il piccolo flacone in cristallo di rocca del X secolo,di produzione fatimida, divenuto nel XV secolo reliquiario di san Gerlando. All’interno della sala troviamo il palinsesto di affreschi medievali, originariamente collocati lungo la navata meridionale della Cattedrale. Un panorama culturale ricco e variegato caratterizzato da testimonianze gotico-catalane, post-giottesca e botteghe autoctone.
La Sala Giovanni Paolo II è lo spazio della memoria della storica visita che il Pontefice fece ad Agrigento l’8 e 9 Maggio del 1993, e dell’anatema contro la mafia lanciato alla fine della celebrazione eucaristica nella Valle dei Templi.
Della ricca Quadreria, celebri la Madonna col Bambino e il Gesù Bambino dormiente sulla croce, dipinti legati a Guido Reni e alla Scuola di pittura bolognese.
Il pittore fiammingo Guglielmo Borremans trova una splendida continuità locale grazie al pennello di un suo seguace palermitano Giuseppe Vinci, presente nel Museo con una ricca collezione di dipinti.
La sezione delle suppellettili liturgiche, legate alle celebrazioni pontificali della Cattedrale, offre la possibilità di apprezzare le abili capacità degli argentieri palermitani tra Sei-Settecento.
Rara è la sezione degli avori, con pregevoli crocifissi legati a diverse realtà culturale: da quelle autoctone a quelle nazioni ed internazioni, tra queste una rara rappresentazione della Rocca del Buon Pastore, scultura eburnea legata alla cultura indo-iberica della colonia portoghese di Goa.
I libri liturgici sono parte integrante della vita della Chiesa e della comunità celebrante. La collezione espone una piccola parte dei Messali e Pontificali, appartenuti ai vescovi della chiesa agrigentina, attivi tra il XVII il XIX secolo.
La collezione tessile convoglia nella sala dei paramenti sacri, patrimonio liturgico vario e prezioso, che unisce ai ricami e ai caldi colori della Sicilia, le fantasie dei tessuti francesi realizzati tra il XVI e il XIX secolo.
Il percorso storico artistico si integra con percorsi pastorali legati alla natura dei musei diocesani: San Gerlando, il ministero del vescovo, la devozione mariana, il mistero della Croce.
Chi desidera conoscere e apprezzare la storia di Agrigento e della sua Cattedrale, dal Medioevo ad oggi, trova nel Mudia una sintesi della ricchezza storica che ogni tempo e cultura hanno impresse sul territorio.