San Carlo Borromeo in preghiera
Olio su tela, cm. 74 x 59
Riconosci il pizzo eseguito ad ago dei polsini de Santo? È lo stesso pizzo che impreziosisce la canestra di frutta sistemata nella stanza in cui ti trovi. Che dire dello stesso rosso ponsò della mozzetta di San Carlo, del drappo di velluto e del vessillo che sventola tra le fiamme della tela raffigurante il Martirio dei Santi Cosma e Damiano? La tela denota una particolare attenzione, da parte del suo artefice, nella distribuzione degli elementi che dominano la scena. L’insieme suggerisce un gradevole ordine compositivo che permette al riguardante di cogliere distintamente ognuna delle quattro sezioni nelle quali l’opera appare idealmente divisa. Il viso scarno e livido di San Carlo in adorazione occupa il centro ed il quadrante inferiore destro della tela. In questa posizione l’attenzione, anche coloristicamente (il rosso è il colore primario percepito con urgenza dal cervello umano), viene catalizzata immediatamente sul soggetto principale dell’opera che, a sua volta, armonizza tutte le parti del brano pittorico rese narrativamente autonome grazie alla scelta di precisi elementi simbolici dominanti. La figura di San Carlo assume così un significato plurimo. Alla porpora che lo riveste, infatti, è legata la riconoscibilità della sua dignità ecclesiastica, ma anche il collegamento con una delle tre virtù teologali, la carità, tradizionalmente riconosciutagli dai fedeli come qualità distintiva del suo operato. A sinistra il Crocifisso, emblema di preghiera e della particolare devozione di San Carlo al Crocifisso e da qui al Santo Chiodo che egli portò personalmente in processione per scongiurare il pericolo della peste del 1576. Nella parte superiore sinistra, un drappo frangiato di damasco che suggerisce l’altare parzialmente illustrato e l’intimità dell’ambiente domestico. Sensazione utile per comunicare il concetto, caro al Santo, di educazione alla cristianità a partire dalla famiglia e di ricerca continua di relazione tra il singolo uomo e Dio nella riservatezza della preghiera. Infine, a destra, un paesaggio avvolto dalle atmosfere azzurre e bluastre del primo mattino. Un tocco essenziale per alleggerire la visione ed indicare il valore ascetico della pratica spirituale, simbolo di quei ritiri solitari ai quali San Carlo mai si sottraeva. Da questa attenta selezione operata dall’artista si potrebbe intuire un suo personale tentativo di sperimentare una modalità di comunicazione del contenuto narrativo dell’opera alternativa a quella tradizionale che demandava all’uso delle storiette laterali il compito di raccontare episodi della vita e della personalità del protagonista. Si scorge qui, piuttosto, una meditazione sulla possibilità di delegare la narrazione a pochi e definiti elementi capaci, nell’immediatezza di un colpo d’occhio, di parlare della devozione e della personalità di San Carlo a tutti i fedeli.